venerdì 2 febbraio 2018

Transumanesimo: la nuova utopia evolutiva


Transumanesimo: la nuova utopia evolutiva 
(di Katasonov Vladimir Nikolaevich, 4 novembre 2014)



Nell'articolo del professore di filosofia e teologia dott. V.N. Katasonov viene discussa l'origine dell'ideologia utopistica del transumanesimo e ne viene formulata una critica. L'autore mette in luce il legame tra questa ideologia e la tradizione postmoderna, inoltre viene dimostrata l'infondatezza di principio del transumanesimo nel quadro dei fondamenti delle tecnologia dell’informazione. 

Nel febbraio 2011 in Russia è stato fondato il movimento strategico [1] "Russia-2045". Scopo di questo movimento è "creare un centro internazionale di cyborgizzazione avente l’obiettivo di realizzare il principale tecnoprogetto: dar vita al corpo artificiale e preparare l'uomo alla transizione ad esso"[2]. Il raggiungimento di questo obiettivo è diviso in tappe, di cui le principali sono le seguenti (progetto "Avatar"): clone artificiale del corpo umano (2015-2020), clone artificiale del corpo umano in cui è trapiantato un cervello (2020-2025), clone artificiale del corpo umano in cui è trasferita la coscienza (2030-2035), corpo-ologramma (2040-2045). Nel contempo l'uomo supererà la sofferenza, il dolore, l'invecchiamento e, alla fine, raggiungerà la tanto agognata immortalità: il corpo artificiale, sia esso meccanico o olografico o di altro tipo, sarà comunque più "resistente" di quello naturale, mentre la coscienza potrà essere trasferita dentro qualsiasi cosa secondo come lo si desidera... Uscire nello spazio, conquistare l'universo senza più limiti sarà reso più semplice dal fatto che l'uomo non sarà più soggetto a quelle condizioni a cui è vincolato allo stato biologico della sua esistenza. I transumanisti si credono eredi dell'idea di Fedorov, Vernadskij, Tsiolkovskij. Tutto questo presuppone che lo sviluppo delle tecnologie informative raggiunga verso il 2030 il punto di singolarità, quando cioè sarà inventato e reso operativo un programma in grado di autoevolversi, e si aprirà così la strada al progresso illimitato delle macchine. 

Il movimento "Russia-2045", che raggruppa certi scienziati e filosofi del nostro Paese, è stato fondato sulle orme dell'”Associazione mondiale dei transumanisti” (un'associazione internazionale non governativa), nata nel 2008 e che persegue il medesimo scopo a carattere globale[3]. Attorno a questi movimenti gravitano anche i propugnatori dell'immortalismo (in particolare quello basato sulla crionica), del postgenderismo (superamento del genere), del tecnogaianesimo (ecologia e difesa dell'ambiente) e altro. Questi fatti potrebbero essere interpretati come manifestazione di certe tendenze marginali a carattere futuristico della cultura contemporanea, delle quali possiamo dire che sempre ne sono esistite molte, se non fosse per due momenti che bisogna considerare: 1) Abbandonate le ideologie classiche del diciannovesimo e ventesimo secolo, il transumanesimo, basato sull'odierno progresso scientifico-tecnologico, tanto popolare tra i giovani e tale da assorbire in sé anche le correnti ecologiste, rimane essenzialmente l'unica ideologia a promettere all'umanità uno sviluppo progressivo; 2) Nella cultura russa, dove a causa del trionfo di tendenze ideologiche e tecnocratiche durato settant'anni, il ruolo giocato delle scienze umane non è molto forte, l'ideologia del transumanesimo si sta facendo strada pervicacemente. I transumanisti russi sono piuttosto attivi: si sono rivolti con una lettera a D.A. Medvedev (allora Primo ministro russo, ndr.) e al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, sono supportati da un certo numero di scienziati e futuristi nazionali, hanno ricevuto il sostegno dal Dalai Lama... Nell'agosto 2011, a un incontro presso il Dipartimento per l’innovazione scientifico-tecnologica del Ministero dell'Istruzione e delle Scienze della Federazione Russa, a cui hanno partecipato i leader del movimento Russia-2045, dell'Istituto Kurchatov e rappresentanti di una serie di altri dipartimenti del Ministero, è stato approvato l’indirizzo di lavoro del Movimento ed è stato promesso un sostegno in termini di contatti con l'Accademia Russa delle Scienze e con l'Accademia Russa delle Scienze Mediche. Tutto ciò induce a serie preoccupazioni e impone un’analisi filosofico-scientifica delle idee transumaniste. 


1. A caccia di un sogno: l’uomo artificiale 

Durante il ventesimo secolo è proseguita l'offensiva della civiltà tecnologica contro l'ambiente in cui per natura l’uomo vive. La creazione di materiali artificiali ha portato alla situazione che l’uomo oggi nella propria casa quasi non incontra più cose di origine naturale: luce elettrica, finestre di plastica, legno artificiale, vernici chimiche, tessuti sintetici, ecc. Tuttavia, nel secolo scorso, ha preso il via anche una fase attiva di penetrazione di materiali artificiali, per cosi dire, anche dentro l’uomo. L’industria che si occupa di sostituire gli organi naturali con organi artificiali si sta sviluppando sempre di più. Tali pratiche si combinano con la sostituzione di organi malati con organi sani presi da altre persone. La maggior parte degli alimenti consumati dall'uomo di oggi sono alimenti geneticamente modificati.

Dalla metà del secolo scorso hanno iniziato a svilupparsi tecnologie informatiche il cui grado e la cui velocità di sviluppo all’inizio di questo secolo hanno assunto portata titanica. I computer e le tecnologie ad essi associate stanno invadendo l'intero spazio della cultura umana: istruzione, arte, scienze, media, affari, commercio, campo militare, affari domestici. Le innovazioni informatiche, anche laddove manchi ancora una tecnica d’informazione sviluppata, sono considerate progresso e vengono in ogni modo incoraggiate dallo stato, che essenzialmente adempie al tacito ordine emesso dall'industria delle tecnologie informatiche. La computerizzazione, l’introduzione delle tecnologie informatiche, risponde allo spirito della civiltà neo-europea, la quale mira a rendere la vita dell’uomo massimamente confortevole, a trasferire il lavoro pesante e sporco dalle proprie spalle alle macchine. Partendo dai più semplici meccanismi, dalla macchina a vapore, l’uomo ha creato ad oggi un’enorme quantità di strumenti tecnologici che consentono di rimodulare l'ambiente circostante a piacimento, di "vincere" lo spazio e il tempo, di organizzare la vita umana sulla terra secondo la propria volontà. Nell'ambito delle stesse tecnologie informatiche vediamo come il compito di controllare tutti questi meccanismi venga gradualmente affidato alle macchine. L'idea di creare un'intelligenza artificiale capace di autoapprendimento, l’idea di creare un programma più o meno assimilabile all'intelligenza umana, viene portata avanti con sempre maggior insistenza. Esemplari di robot creati sulla base di tali programmi sono già oggi presenti ovunque: nell'astronautica, nel campo militare, aspirapolvere-robot, ecc. A risolvere questo compito sono estremamente interessati gli ambienti militari, il che, come sappiamo, rappresenta sempre uno dei fattori determinanti del progresso tecnico e tecnologico. 

Le conquiste dell’informatica non possono che stupire. La velocità di calcolo (più precisamente, di esecuzione di operazioni elementari) aumenta sempre più: grazie a questo è possibile risolvere problemi sempre più complessi. Con efficacia si sta sviluppando un programma di traduzione automatica da una lingua all'altra. In buona misura è stato risolto il compito del riconoscimento delle immagini che da lungo tempo si stava affrontando senza successo. Questo, a sua volta, apre la strada alla creazione della visione artificiale, della comunicazione vocale con la macchina, della traduzione vocale automatica da una lingua all'altra e cosi via. I successi nel risolvere i compiti della meccanica consentono di costruire modelli meccanici di organi umani. La realizzazione del super-progetto della nuova civiltà europea, che nei miti dell’homuncolus e del Golem sognava di costruire una creatura artificiale in grado di imitare l’essere umano, si fa sempre più prossima. Peraltro, tale creatura per definizione supererà l’uomo in alcune sue capacita: forza fisica, reattività meccanica, velocità decisionale in determinati ambiti, consequenzialità nel raggiungimento di obiettivi, eccetera. Se ne deduce che l’uomo ha concepito e creato il robot per aiutare sé stesso; in origine si trattava solo di assistere l’uomo e sostituirlo nell’esecuzione di alcune funzioni. La faccenda non riguardava l’essenza umana. Ma questo “aiutante” non sta cominciando ora ad occupare troppo spazio nella vita dell'uomo? Non sta diventando un concorrente sul piano di ciò che è essenza dell’uomo? 

 2. Il ruolo della tradizione dello strutturalismo 

Al nascere dell’ideologia transumanistica ha contribuito anche l’evolvere delle idee dello strutturalismo. Lo strutturalismo è stato (e rimane) un’ampia corrente trasversale la cui essenza sta nell’applicare un particolare metodo d’indagine: lo strutturalismo considera l’oggetto in esame non nei termini della sua essenza, natura o sostanza, ma nei termini delle sue funzioni, delle sue proprietà ed azioni. Per fare questo, dobbiamo interpretare l’oggetto come una certa struttura o un insieme di strutture. Una struttura è una molteplicità di elementi tra i quali sono stabilite determinate connessioni. Il ricercatore strutturalista deve isolare questi elementi e determinare queste connessioni. Dalla sua scoperta negli anni '20, lo strutturalismo ha trovato larga applicazione in molti ambiti umanistici: etnografia, studi culturali, sociologia (K. Levy-Strauss), studi religiosi (J. Dumézil, J.-P. Vernant), linguistica (R. Jacobson, L. Elmslev, E. Harris, N. Chomsky e altri), critica letteraria (R. Barthes, U. Eco), storia e filosofia della scienza (M. Foucault, M. Serr), scienze politiche (L. Al-thusser), psicologia (J. Lacan), filosofia. Col tempo, si è fatto sempre più chiaro il legame tra la metodologia dello strutturalismo e il concetto di struttura matematica. 
Come risultato dell'applicazione del metodo strutturalistico, l’oggetto studiato è inglobato e assorbito dentro un qualche costrutto scientifico: in un modello. Lo strutturalista non è affatto preoccupato dal fatto che il modello non si identifichi con l’oggetto originario. “Il modello così costruito”, scrive R. Barthes, uno degli ideologi dello strutturalismo negli studi letterari, “ci restituisce il mondo non più nella forma in cui esso era originariamente dato, e proprio in questo consiste il significato dello strutturalismo. In primo luogo, esso crea una nuova categoria di oggetto d’indagine che non attiene né alla sfera del reale né a quella del razionale, ma a quella del funzionale, e che al contempo si inserisce in un intero complesso di ricerche scientifiche che si sviluppano oggigiorno su base informatica"[4]. Lo strutturalismo muove dalla linguistica strutturale fondata dal linguista svizzero F. de Saussure a cavallo tra il XIX e il XX secolo. De Saussure considerava la linguistica come parte della scienza generale dei segni – la semiologia (o semiotica). I metodi della linguistica vengono trasferiti e applicati anche allo studio della cultura, la quale è anch’essa una sorta di linguaggio, un qualche sistema di segni con propri elementi e una propria struttura. Esaminare a fondo e descrivere le strutture dei diversi ambiti culturali è stato uno dei principali metodi di conoscenza umanistica del secolo scorso. Le strutture culturali scoperte tramite questo metodo, sebbene siano associate anche all'attività spirituale dell’uomo, sono di carattere sia sovrapersonale che impersonale. L’uomo le utilizza, e per di più, senza di esse non è in grado di entrare in comunicazione con l’ambiente sociale: esse sono l’essenza del linguaggio culturale. Poiché queste strutture che si rinvengono per via analitica sono intersoggettive e sovrasoggettive, la questione dello status del soggetto nella cultura e nell'esistenza in generale si fa più spinosa. Se i significati sono generati dalle strutture, e non dal soggetto, allora non è il soggetto che parla per mezzo delle strutture, ma sono esse stesse, per così dire, che parlano attraverso il soggetto. È così che sono emersi gradualmente i concetti di morte dell'autore (R. Barthes) e di scomparsa del soggetto (M. Foucault). L'uomo, scrive Deleuze, è solo una determinata forma del rapporto tra forze interne ed esterne, e questa forma può mutare. “Si può prevedere in anticipo che in una persona le forze non necessariamente convergano in una forma-uomo, ma possano disporsi altrimenti rientrando in un’altra composizione, in un'altra forma, anche di durata relativamente breve. L'uomo non è sempre esistito e non esisterà per sempre" [5]. Se il nuovo uomo europeo, come ci spiega Foucault, è solo una manifestazione di un particolare costrutto cognitivo, di una episteme che non esisteva fino al XVII secolo, che è sorta e, conseguentemente, potrà scomparire qualora siano sostituiti gli elementi che la determinano, allora anche l’uomo con tutte le sue peculiarità, con la fede in Dio e nella possibilità della conoscenza, con il suo umanesimo, ecc. potrà scomparire “come scompare un volto impresso nella sabbia costiera” [6]. Lo strutturalismo è stato, a suo modo, un’assai logica concretizzazione del razionalismo neo-europeo e per questo non è un caso che abbia avuto una così grande influenza sulla scienza del XX secolo. Qui ha avuto estrema importanza il suo legame con la matematica di questo secolo [7], con la teoria degli insiemi, con il "Bourbakismo" matematico. In un certo senso, lo strutturalismo ha rivelato la natura di quel metodo scientifico [8] che sta alla base della moderna civiltà europea. Estendendo l'ambito della sua applicazione, lo strutturalismo ha contribuito a giungere a conclusioni di vasta portata sulla concezione del mondo nel postmodernismo, le quali hanno anche aperto la strada all'ideologia del transumanesimo. 

3. Fusione tra uomo e macchina. Il transumanesimo 

L’ideologia del transumanesimo si lega in modo alquanto naturale alle più care e sospirate aspirazioni (forse storicamente non subito resesi chiaramente consapevoli) della nostra civiltà quale essa è da quattro o cinque secoli a questa parte. L'ideologia dell’uomo-creatore, artefice del Regnum hominis [9] sulla Terra in analogia con il Regno di Dio nei Cieli, ha ispirato l'uomo sin dal Rinascimento. La nostra civiltà è ancora oggi ispirata da questi ideali, non di meno, nel bene o nel male, è proprio sulle basi di questi ideali che si è edificata e continua a edificarsi l’odierna civiltà globale. Tuttavia, fin dal principio si è inteso il problema chiave che sta dinnanzi all’uomo-creatore: egli può creare molte cose, ma può creare sé stesso? Non per via naturale concessagli da Dio ma artificialmente, tecnologicamente? Fino a che punto si spinge la somiglianza biblica tra Dio e l'uomo?.. 

Tutto il Rinascimento ha sognato e trasognato sopra questa idea. La creazione di un omuncolo per via magico-alchemica era un problema sul quale si sono battuti instancabilmente gli scienziati del XVI secolo. Il secolo successivo ha dato il via alla costruzione di automi meccanici, o aventi la pretesa di imitare l’uomo nella sua interezza – qui, di regola, non si riusciva a fare a meno di una persona reale celata all’interno della macchina –, o come prototipi replicanti singole capacità umane (macchina calcolatrice di Pascal). Per dare vita a un automa universale occorreva uno speciale linguaggio algoritmico che costituisse l’ "anima" di questo automa (un programma, come diciamo noi oggi). Descartes e Leibniz, ciascuno a modo suo, iniziarono a sviluppare questo linguaggio. In tutti i secoli a seguire, questo progetto della nuova civiltà europea quale anelato obiettivo degli sforzi di molti scienziati e pensatori dei più diversi orientamenti ideologici[10] è rimasto l’orizzonte delle attività. Logici, matematici, meccanici, ingegneri hanno discusso i problemi tecnici relativi alla creazione di un uomo artificiale, mentre filosofi e uomini di cultura hanno cercato di indagare le "condizioni di possibilità" di tale sogno. 

Questa non è la sede per ricostruire questo processo in modo maggiormente dettagliato [11], tuttavia non è il caso di tacere, a tal riguardo, la figura del pensatore russo N.F. Fedorov, il quale, peraltro, è ritenuto a buon ragione dai transumanisti uno dei loro precursori. Fedorov è stato un talentuoso filosofo autodidatta che ha lasciato scritti molti articoli brillanti di critica alla civiltà contemporanea. Ciononostante, egli considerava essere il suo lavoro principale "La filosofia dell’opera comune", un progetto in cui ci si poneva l’obiettivo di resuscitare i morti ("resurrezione dei padri") dentro la storia tramite mezzi tecnologici. Fedorov era un credente, in quasi ogni pagina del suo saggio troviamo citata la Santissima Trinità. Tuttavia riteneva la profezia sulla seconda venuta di Cristo essere relativa. La seconda venuta di Cristo e il Giudizio universale sarebbero stati inevitabili se l'umanità non si fosse pentita e… se non si fosse dedicata all’opera comune della risurrezione dei morti! Malgrado tutta l’ereticità del suo progetto escatologico, Fedorov espresse correttamente l’intima ragion d’essere della civiltà cristiana: la vittoria sulla morte. Egli credeva però che l'uomo fosse creato da Dio sufficientemente capace di risolvere questo problema da solo nella realtà. E ciò forse lo rende, paradossalmente, l’esegeta più vivo di quella fenomenale volontà di comprensione dell'uomo propria della nostra civiltà che ha avuto origine nel Rinascimento.

L'emergere del movimento del transumanesimo nel XX secolo è strettamente connesso a una nuova fase della rivoluzione tecnico-scientifica, allo sviluppo di nuovi metodi nella biologia e alla comparsa della tecnologia informatica. L'introduzione del termine stesso transumanesimo negli anni '60 del secolo scorso si associa al nome di Julian Huxley (nipote del famoso fautore della teoria evoluzionistica Thomas Huxley), biologo inglese, filosofo della scienza e politico. J. Huxley promuoveva attivamente i valori umanistici insieme alla loro diffusione ed è stato uno degli ideologi della International Humanist and Ethical Union (anno di fondazione 1952). L’attività programmatica di quest'ultima era volta a propagandare le idee dell'umanesimo, dell'ateismo, del razionalismo, del pensiero libero e a promuovere insegnamenti morali non legati alla religione. Negli anni '60 divengono popolari anche le idee legate alla crionica (R. Ettinger, E. Cooper), la tecnologia che permette di ibernare (conservare a temperature ultrabasse) persone e animali nella speranza che in futuro la scienza, giunta ad un superiore livello di sviluppo, permetterà di farli rivivere (e se necessario curarli). 

Un'influenza significativa sull'emergere del transumanesimo l’hanno avuta le opere e i discorsi pubblici degli scienziati che hanno sviluppato le basi della tecnologia informatica: A. Turing, J. von Neumann, il filosofo E. Toffler e altri. Nel 1998, i filosofi Nick Bostrom e David Pearce hanno organizzato la World Association of Transhumanists (Humanity +). Sul sito web ufficiale di questa organizzazione non governativa, alla sezione "Filosofia", si legge: "Il transumanesimo è una pluralità di discipline sulla vita che mirano a portare avanti e ad accelerare l'evoluzione della vita intelligente al di fuori delle sue attuali forme umane e limitazioni, per mezzo della scienza e della tecnologia e guidati da principi e obiettivi che affermano la vita... In quest’ambito, la nostra attenzione si focalizza principalmente sulle moderne tecnologie quali la biotecnologia, la tecnologia informatica, nonché sulle previste tecnologie future quali la nanotecnologia molecolare e l’intelligenza artificiale. Il transumanesimo punta all'utilizzo etico di queste ed altre tecnologie speculative (il corsivo è mio - V.K.). I nostri interessi teorici si concentrano sui temi post-umanistici della singolarità, dei rischi di estinzione e del caricamento della mente cosciente (completa emulazione del cervello con coscienza svincolata dalla materia)”[12]. Dopo la creazione di programmi di auto-sviluppo ("punto di singolarità"), verrà il momento di creare robot in grado riprodurre sé stessi. I robot impareranno gradualmente ad eseguire qualsiasi tipo di lavoro e inevitabilmente soppianteranno l’uomo, soggetto a stanchezza e imperfezione, in ogni ambito. In forza della loro instancabilità e del progresso esponenziale delle loro capacità, queste creature artificiali diventeranno alla fine più perfette degli umani. Lungo questo percorso verso il nuovo mondo delle macchine intelligenti dovrà essere raggiunto anche l’obiettivo del caricamento della mente, ossia creare una copia completa e perfetta del cervello umano e trasferire tramite "scansionamento" la coscienza umana nella macchina. Tuttavia le riflessioni dei transumanisti su questo tema appaiono non di rado illogiche e alquanto capziose. In via ipotetica, lo sviluppo - l’evoluzione! - delle macchine intelligenti potrebbe non seguire il percorso “biologico” tracciato, e inoltre le macchine potrebbero ribellarsi al lento e debole umano già molto prima. Se l’uomo continuerà a rimanere in “compagnia” di macchine in grado di auto-evolvere all’infinito, allora per lui è già riservato lo stesso posto che occupano per noi gli animali nello zoo. 

Il transumanesimo, senza dubbio, è una nuova ideologia che i suoi adepti stanno cercando di propinare a una “umanità senza più fede" impantanatasi nel consumismo. I propagandisti nostrani (russi, ndr) di queste idee scrivono apertamente: “L'umanità si è trasformata in società dei consumi e si trova sull'orlo della perdita totale degli orientamenti di senso e di sviluppo. Gli interessi della maggior parte delle persone si riducono principalmente al mantenimento di una propria confortevole esistenza… Noi riteniamo che il mondo abbia bisogno di un altro paradigma di idee. Nel quadro di tale paradigma, sarà necessario formulare una super-missione in grado di indicare una nuova direzione di sviluppo per tutta l'umanità e di assicurare l’attuazione della rivoluzione tecnico-scientifica”[13]. 

Malgrado tutte le pretese sul fondamento scientifico della prospettiva transumanistica, le questioni essenziali sulla possibilità d’essere di questi programmi autoorganizzativi e autoreplicanti o sulla similarità della coscienza alla circuitazione elettrica di una rete artificiale di neuroni rimangono soltanto ipotesi. Persone altamente istruite che credono in tali ipotesi non di rado dimostrano un sorprendente analfabetismo filosofico. Il transumanesimo sfrutta qui i risultati di due realtà scientifico-filosofiche di cui abbiamo parlato in precedenza: lo sviluppo della moderna tecnologia dell'informazione e l'evoluzione delle idee strutturaliste, giunta nel postmodernismo alla concezione di morte dell’uomo; e ovviamente, l'idea di evoluzione in senso lato, per la quale l’uomo non è affatto "coronamento dell'universo" ma è solo una entità stadiale che ha avuto un inizio e deve avere una fine come tutte le altre fasi dell'evoluzione. Il transumanesimo invita l’uomo a separarsi da questi ambivalenti (dal suo punto di vista) valori dell'umanesimo classico: sentimenti, fede, amore, corporeità, differenze sessuali, generazione ed educazione dei figli, desideri di felicità, di salvezza, ecc. D’altra parte però promette una conoscenza illimitata e, in linea di principio, l'immortalità dell'essere conoscente. L'immortalità è ciò che l’uomo ha sognato nel corso di tutta la sua storia, non è forse questo un grande dono? Che altro ci serve?.. 

4. Critica del transumanesimo 

Parlando di critica al transumanesimo, dobbiamo oggi constatarne la sorprendente debolezza e impotenza. In generale, nella letteratura attuale ci sono più saggi popolari e apprezzati sulle brillanti possibilità di sviluppo dell’ingegneria informatica sulla via della fusione uomo-macchina, della creazione di robot, di emulatori del cervello, ecc., che tentativi solidi e coraggiosi di contrasto di questa nuova ideologia di distruzione dell'umanità. Ed è proprio di questo che si sta parlando. Il filosofo russo V.A. Kutyrev giustamente scrive: “La filosofia, soprattutto quella antropologica, dovrebbe essere responsabile nei confronti degli uomini per gli orientamenti che propone, per le valutazioni che dà sullo stato in cui versa il mondo, e se tutto questo è tragico dovrebbe aiutare gli uomini a mantenere la loro dignità in qualunque modo volgano le cose. Se funge invece da droga ideologica, aiutandoli a morire dentro un sonno indegno di un essere cosciente, allora bisogna che la chiamiamo in questo modo: filosofia narcotica. O tanatosofia. Nella migliore delle ipotesi ideologia, mito tecno-scientifico. Un ruolo simile, a nostro avviso, lo svolge per l'umanità l'ideologia post(trans)moderna e antiumana del “transumanesimo postumano”. Una persona che vive non può dormire tutto il tempo o essere testimone indifferente della sua vita, ne è partecipe. La filosofia, nella misura in cui è viva, pure. Essa è per coloro la cui anima non dorme. L’uomo può essere distrutto, ma non può essere sconfitto: questo hanno sempre creduto i migliori rappresentanti dell'Homo vitae sapiens”[14]. Tuttavia, anche di questo autorevole pensatore e brillante scrittore si percepisce la confusione interiore e una certa impotenza di fronte alla minaccia. Si possono lanciare invettive filosofiche quanto si vuole senza tuttavia riuscire ad avanzare argomenti risolutivi contro l'ideologia del transumanesimo. E questo credo non avvenga per caso. Il transumanesimo non è solo una nuova ideologia tra le altre, ma un progetto che pone di fronte all’uomo interrogativi fondamentali sulla sua esistenza ed esige da lui la più profonda onestà spirituale e responsabilità nel rispondere. Ma prima credo sia doveroso dividere la critica in due parti: 1) cosa non ci piace del progetto transumanista; 2) perché la sua attuazione è impossibile. 

I. Cosa non ci piace del transumanesimo 

Sembrerebbe che il secondo punto "perché l'attuazione del transumanesimo è impossibile" sia quello più importante e cruciale. Se il transumanesimo è solo il sogno febbrile dell'umanità e agli effetti è irrealizzabile, allora non c’è nessuna preoccupazione, "passerà da solo". Tuttavia, sappiamo che i "sogni" dell'umanità non passano tanto facilmente... Pertanto, non è la seconda ma la prima questione che dobbiamo anzitutto discutere: cosa non ci piace del transumanesimo o, in altre parole, cosa c’è di caro per noi nell’uomo naturale, fisico, quello che il transumanesimo vuole superare. Di quest’uomo fisico si può ovviamente pensare in modi diversi, e se lo pensiamo come il risultato dello sviluppo evoluzionistico allora siamo praticamente impotenti di fronte alla nuova ideologia. Naturalmente, ci dispiace per i nostri valori e gioie prettamente umani per i quali abbiamo vissuto, per i quali abbiamo lavorato, per i quali ci siamo donati: amore, famiglia, figli, genitori, patria, amicizia, eroismo, lealtà, superamento di sé nelle arti e nei mestieri, ecc. Ma di fronte al progresso evolutivo tutto questo è "solo umano, troppo umano ", e deve essere superato. La società delle macchine intelligenti, su base elettronica o biologica che sia, infatti è veramente una nuova fase di questa evoluzione infinita, e cosa potremo mai fare noi per opporci a questo Moloch del progresso? Non rimane altro che rassegnarsi e mettere la testa sotto la scure dell'inevitabilità storica ... Eppure è un peccato. 

Dentro il paradigma puramente evoluzionistico non c’è spazio per la contrapposizione. Soltanto se diamo un significato assoluto alla vita umana in tutta la concretezza della sua sostanza spirituale-materiale, soltanto allora sussiste un supporto ideale alla lotta contro l’ideologia del transumanesimo. Per poter riconoscere un significato assoluto alla vita umana è necessaria una connessione dell’uomo con l’Assoluto, con Dio. Ciò non nega la possibilità di un progresso tecnologico, ma introduce nei nostri ragionamenti determinate limitazioni e un sobrio senso di responsabilità. 

Nel già citato Manifesto del movimento strategico "Russia 2045" si legge: “A nostro avviso, entro il 2045, il corpo artificiale non solo supererà in modo significativo quello esistente per capacità funzionali, ma raggiungerà anche la perfezione della forma e potrà sembrare non peggiore di quell'umano. Le persone decideranno autonomamente se prolungare la propria vita sviluppandola dentro un nuovo corpo dopo che tutte le risorse del corpo biologico saranno esaurite”[15]. Appare curiosa tale premura verso il corpo robotico, "non peggiore di quello umano"… Perché all'improvviso tanta attenzione su questo punto? Perché si suppone che la società dopo queste innovazioni sarà mista, in parte persone naturali, in parte robot umanoidi, in parte robot, in alcuni dei quali però "su decisione volontaria saranno state impiantate le coscienze" di persone già decedute… Quale comunicazione ci sarà tra tutti questi esseri? Beh, le conferenze scientifiche, i rapporti produttivi e commerciali, tutto ciò probabilmente andrà per il meglio. Ma saranno possibili tra di loro rapporti di amicizia, di amore, rapporti sessuali? Se parliamo di amicizia e amore, allora ad essere sinceri noi stessi non sappiamo cosa siano. Semplicemente ci sono o non ci sono, ci sono dati (o meno), e come trasformarli in programma per computer non si capisce come lo si possa fare. Per quanto riguarda il sesso, la risposta invece è sì, ma in modalità specifica: già ora i sexy shop offrono certi tipi di rapporti sessuali con manichini… In futuro ciò sarà certamente reso in forma più “umana” ma nella sostanza si tratta proprio di questo: sesso con manichini. E comunque in generale si dovrà porre fine al sesso. I rapporti sessuali esistono o al fine della procreazione o per il piacere. Ebbene, il concepimento dei figli sarà extra-corporeo (segnatamente tramite clonazione) o, nel caso dei robot, sarà semplicemente un assemblaggio di tipo industriale. Detto propriamente, il concetto di figli, genitori, famiglia qui si perde. Se invece si parla di sesso come di piacere, l'industria informatica avanzata sarà in grado di fornire piaceri virtuali molto più intensi di quelli sessuali (può farlo già oggi). Tuttavia è chiaro che sarà la componente macchina della società a prevalere gradualmente, essendo quella più razionale e coerente. Mentre tutte queste "sottigliezze" umanistiche come amore, amicizia, famiglia, cadranno gradualmente nell'oblio. Così come gli uomini concepiti in modo naturale. Rimarrà solo la “società" dei robot. 

Eppure l’amicizia, l’amore, la famiglia, il sacrificio di sé, la fede, hanno per l’uomo un significato spirituale assoluto. È proprio in questo che si esprime la vita della persona, è proprio questo il principale contenuto della vita, senza di questi un uomo è spiritualmente morto, e non di rado succede che, avendoli persi, rinunci da sé alla vita fisica. Tutte queste sfere dell'esistenza umana in un modo o nell'altro sono correlate con l'Assoluto, con Dio. Solo in questo caso assumono un significato intrinsecamente umano che eleva l’uomo al di sopra del mondo animale. Se il transumanesimo ci offre la perdita di tutto questo, allora ciò non ci piace affatto. Ci viene offerto di abbandonare il significato più alto dell'esistenza umana e di lasciare a sé stessi solo la possibilità di conoscenza scientifica illimitata e i piaceri… Tra l’altro, già oggi il transumanesimo come ideologia vuole sottrarci questi valori spirituali e abituarci alla “minestra di lenticchie” delle gioie puramente scientiste. 
Sopra, riportando la citazione dal sito di Humanity+, non per caso abbiamo evidenziato queste parole: “ll transumanesimo punta all'utilizzo etico di queste ed altre tecnologie speculative”. Già oggi, ancor prima che sia raggiunto il “punto di singolarità” o implementato il “caricamento della coscienza", quando tutte queste tecnologie sono ancora puramente speculative, la propaganda transumanista si sta dando da fare nel plasmare una certa etica all’interno della società. In questa etica, ogni progresso nel campo della tecnologia dell'informazione e nella scienza è assolutamente prezioso, indipendentemente dalle conseguenze sul piano umano. Qualsiasi obiezione dal punto di vista della cultura umanistica classica è considerata un attentato alla più alta facoltà umana, la conoscenza, e al più alto valore culturale, ovvero alla scienza. In questa direzione si muovono anche i sostenitori nostrani del transumanesimo. Formulando gli obiettivi del loro movimento, non solo insistono nel creare “... un centro internazionale di ricerca sulla cyborgizzazione con l'obiettivo di realizzare il principale tecnoprogetto - creare un corpo artificiale e preparare l’uomo alla transizione ad esso (corsivo mio – V.K.)[16]", ma si preoccupano anche di dare forma a “una cultura legata all'ideologia del futuro, al progresso tecnologico, all’intelligenza artificiale, alla multicorporeità (!!! - V.K.), all’immortalità, alla cyborgizzazione"[17]. Ciò significa che il lavoro di rivalutazione dei valori umani tradizionali deve condursi già da adesso. Al loro posto devono affermarsi i valori del progresso tecnologico, dell'intelligenza artificiale, della cyborgizzazione e cosi via. L'orientamento stolido e meramente scientista di questo programma è semplicemente eclatante. E c'è da spaventarsi se le nuove generazioni saranno educate su questa lunghezza d’onda… 

La prospettiva del transumanesimo è chiaramente incompatibile con la prospettiva cristiana rispetto alla storia: la Seconda venuta di Cristo e il Giudizio finale. Tuttavia questo argomento è significativo solo per i credenti. Nella discussione sull'ideologia del transumanesimo vengono coinvolti molti non credenti, i quali tuttavia rispettano i valori tradizionali della civiltà europea e per i quali la possibilità di uno scenario transumanistico è irricevibile. Uno dei valori della nostra civiltà è la scienza e occorre essere capaci di spiegare con il linguaggio della moderna scienza l'erroneità di questa ideologia. Io sono profondamente convinto che sul terreno di una concezione del mondo puramente materialistica la lotta contro il transumanesimo sia destinata al fallimento[18]; ma allo stesso tempo nella scienza più moderna ci sono punti che fanno appello all'Assoluto o logicamente o storicamente, occorre solo saperli vedere e su di essi costruire la polemica con il transumanesimo. Passiamo dunque a questo. 

II. Perché l’attuazione del progetto transumanista è impossibile 

Il transumanesimo pone in essere problemi la cui sola formulazione lascia subito sconcertati. Probabilmente il progetto qui più significativo e cruciale è “Avatar B”, nelle notazioni dell’associazione Russia-2045 indicato come “copia artificiale del corpo umano in cui è trasferita la coscienza al termine della vita”[19]. Ma sorge subito la domanda: chi ha dimostrato che la coscienza è separabile dal cervello? Se ragioniamo all'interno del paradigma materialistico - ed è proprio così che la scienza moderna pensa sé stessa - allora la coscienza non è altro che l'attività del cervello e non è chiaro come si possa separare l'attività da questo suo “attore”. Ovviamente qui si intende che la coscienza sarà emulata sotto forma di un programma, eppure chi ha dimostrato che ciò è possibile? Il fatto che all'attività della coscienza corrispondano certi processi elettro-chimici del cervello è noto da tempo, ma che la coscienza si riduca a questo è una mera ipotesi. L'antropologia filosofica e la fenomenologia ci dicono che la coscienza è legata in modo molto stretto alla nostra corporeità, e la questione su come separarla dal corpo sembra persino assurda… Nella logica degli entusiasti del transumanesimo si percepisce chiaramente che, dicendo "coscienza", questi intendono sostanzialmente ciò che è designato dalla parola anima. Se vogliamo considerare questo termine non solamente nel suo uso comune o colloquiale, allora siamo costretti a spostarci in un contesto idealistico e religioso. Qui, in verità, l'anima si separa dal corpo (alla morte) e consiste in un'entità particolare non riducibile al corpo. Se però rimaniamo su un terreno materialistico scientifico, questa separazione semplicemente non si capisce. 
In generale, la creazione di un programma computerizzato di potenza pari, per così dire, alla coscienza umana si presenta altamente utopistico. Non nel senso che questo programma possa simulare alcune funzioni umane prese separatamente (ci sono programmi che già oggi eseguono alcune di queste funzioni più efficacemente dell'uomo), ma nel senso che la coscienza ha delle risorse che in linea di principio sono inaccessibili alla tecnologia informatica. Questo, infatti, è il principale ostacolo insuperabile sulla strada della creazione del cyborg-superuomo[20]. Dunque parliamone. 
Un fatto qui di grande importanza è che in informatica i dati, le informazioni si presentano in forma discreta (nell’accezione matematica del termine, ndr). Circa il ruolo del discreto già a suo tempo, all'inizio del XX secolo, disse molto bene il filosofo A. Bergson. Egli sottolineò come nel discreto si manifesti una certa tendenza della nostra ragione: una specie di "effetto cinematografico" che tende a disporre tutto in una serie di stati di riposo e che distorce inesorabilmente quella naturale percezione di movimento, di sviluppo, connessa necessariamente al concetto di realtà[21]. 
Naturalmente, la discretezza delle informazioni in un modo o nell'altro si rapporta al fatto che qui stiamo riducendo tutto a numero. L'intera tradizione dell'uso del numero nelle scienze naturali è radicata nella cultura antica. A partire dai pitagorici ci è tramandata la tesi che tutto è numero. Ma la domanda è: quale numero? I pitagorici e la cultura antica conoscevano, infatti, solo il numero naturale, al massimo il rapporto tra i numeri, i numeri razionali, ma l'antichità non conosceva, - e cosa più importante, non voleva conoscere! - il numero irrazionale. Il numero irrazionale infatti è una innovazione paradigmatica della nuova epoca, la quale ha cercato di realizzare l’aritmetizzazione della geometria (costruzione cartesiana della geometria analitica), e attraverso la geometria aritmetizzare anche tutta la fisica. E tutta la fisica ha cominciato a parlare il linguaggio della matematica, al contrario dalla fisica aristotelica tradizionale che non utilizzava la matematica per ragioni di principio. Il principale ostacolo all'aritmetizzazione e all'utilizzo totale del numero nella scienza era il problema del continuo: è possibile aritmetizzare il continuo, si può misurare tutto? La nuova epoca all'inizio lo dava semplicemente per scontato (come fecero gli scopritori del calcolo differenziale-integrale nel XVII secolo), poi questo problema si è discusso sempre più animatamente e, alla fine, verso la fine del XIX secolo, con i lavori di Dedekind, Cantor, Weierstrass è stata costruita la teoria dei numeri reali; anche i numeri irrazionali cominciarono a definirsi numeri. Il famoso logico del XX secolo W. Quine definì i numeri irrazionali un mito. In verità, molti grandi matematici nutrivano un forte sospetto nei confronti del numero irrazionale. Il fatto è che questa categoria sfrutta il concetto di infinito reale, ma alla concezione di infinito reale si associano molte aporie ed è proprio qui che si apre tutta la critica, che si dispiegano tutti i seri problemi legati al concetto di numero irrazionale. 
Nella fattispecie, ciò era ovviamente funzionale al progetto avanzato dal fautore della teoria degli insiemi Georg Cantor. Il suo progetto era abbastanza radicale: voleva ridurre tutta la scienza e tutte le scienze naturali alla ratio della teoria degli insiemi. Non solo la matematica ma anche la fisica. Cantor cercò di trarre una conclusione finale rispetto alla tendenza presente nella scienza europea dal XVII secolo. Questa tendenza era il riduzionismo, la riduzione del complesso al semplice, pioniere del quale fu Cartesio. Ebbene, Cantor in generale intendeva dissolvere ogni cosa complessa nella sabbia fine di elementi semplici propri della teoria degli insiemi; ogni cosa doveva essere composta di questi elementi, ogni ente doveva rappresentare una qualche pluralità. Cantor proseguì la linea che inizialmente, in una o nell'altra forma cosciente, è andata manifestandosi nella scienza della nuova epoca e che alla fine ha portato all'ideologia strutturalista. A ciò si ricollega l'idea della conoscenza come calcolo, molto popolare nel XVII secolo e persino prima, a partire dal XIII secolo circa con Raimondo Lullo. In ogni caso, già Hobbes (XVII secolo) disse che il pensiero è calcolo: come noi colleghiamo due numeri colleghiamo anche due idee: questa è la sintesi delle idee. Leibniz infine era semplicemente ossessionato dall'idea di trovare un sistema di calcolo universale, e di ridurre tutti i compiti all'applicazione di un algoritmo universale. 
Questa non è la sede per discutere nel dettaglio tutte queste questioni, per noi rimane importante e cruciale solo il problema dell'aritmetizzazione del continuo, ovvero la sua riduzione a qualcosa di discreto. Il continuo espresso attraverso il concetto di numero reale è stato presentato come una costruzione nel quadro dell'insieme dei numeri naturali (o interi). Molto spesso si riscontra che gli scienziati in modo quasi univoco interpretano il continuo esattamente come definito da Dedekind o Cantor. Ma ci si deve rendere conto che c'è un’idea di continuo e c'è un suo modello matematico. Queste sono due cose differenti. L'idea di continuo, l'idea di continuità, è molto più forte. Il continuo induce l'idea di connessione universale, ma questa connessione può essere più o meno intensa. Un livello più alto di connessione del continuo non è più separazione spaziale di elementi, ma una situazione in cui tutti gli elementi si trovano uno accanto a tutti e non di meno rimangono diversi. In modo assai prossimo, la coscienza rappresenta tale modello. La coscienza è una cosa sorprendente e misteriosa: da un lato è una specie di pluralità, ma allo stesso tempo questa pluralità è in unità, tutto qui è connesso. L'anima umana sembra essere in qualche modo distribuita su tutto il corpo, ma al contempo è l’unica anima che abbiamo, ovunque identica a sé stessa. Il che rende il problema psico-fisiologico classico tanto difficile da risolvere: il corpo è dentro lo spazio, è costituito da parti, mentre l'anima che lo anima, in generale, no. 
Avendo appena parlato di coscienza, è naturale parlare ora anche di spirito, un principio ancora più unico, un’entità ancora più singola, e infine di Dio. Dio come Spirito. Le controversie teologiche su quanto l'anima sia spirituale e su quanto sia comunque legata alla materia, tutte quante essenzialmente ruotano attorno a questo punto. "Quanti angeli possono stare sulla punta di un ago?" – questo era uno degli interrogativi più importanti della teologia medievale: in che misura gli spiriti del mondo invisibile sono spazialmente estesi, in che misura essi siano un'unica cosa. Probabilmente vi è qui una qualche scala di gradi, ma è chiaro solamente che Dio è lo Spirito assoluto, fuori dallo spazio e dal tempo. Ma uno Spirito con proprietà così paradossali da essere Sostanza una e Persona trina...
L'odierna tecnologia dell'informazione ignora il problema del continuo, come di consueto tenta di ridurre tutto al discreto. Ma comunque sia, trattasi sempre dell'interrogativo "è veramente discreto il mondo, oppure no?", il quale rimane senza risposta. Molte cose testimoniano che il continuo svolge un ruolo non meno importante del discreto nella costruzione del mondo. Se il discreto esprime la formalità e le determinazioni del mondo, il continuo ne esprime i legami generali e le interdipendenze. Il discreto e il continuo sono categorie dialettiche generali importanti quanto lo sono forma e materia, maschile e femminile. Ed entrambe queste categorie giocano un ruolo fondamentale sia nella nostra percezione del mondo che nella natura stessa della conoscenza. 

Ciò che è più rilevante è che questi problemi – il problema del continuo, del numero irrazionale, della coscienza e, connessi a quest'ultima, i problemi della libertà, del nulla, della creazione – sono legati al concetto di infinito reale. Non appena tentiamo di approcciarci ad essi scientificamente, nel quadro della logica o della matematica, ci imbattiamo subito in questo ostacolo considerevole, l'infinito reale. Ma l'infinito reale non è algoritmizzabile. Detto in parole povere, un calcolatore non possiede e non può possedere tale idea, non ha una regola per poter operare con essa. L'uomo non è capace di figurarsi nella mente nemmeno una ventina di oggetti in una sola volta però possiede l'idea di infinito reale (come idea, non come rappresentazione). Un calcolatore può operare velocemente con enormi numeri ma tutti questi sono sempre finiti, quantunque siano grandi, e non ha né può avere l'idea di infinito.. 

È curioso il fatto che a livello prettamente storico i metodi associati all'idea di infinito introdotti nella moderna scienza europea sono derivati dalla teologia cristiana. La matematica antica non intendeva ammettere l'infinito reale nella scienza. Soltanto dopo l'asserimento preliminare dell'infinito reale nella dottrina cristiana (Dio è infinito per potenza creativa, onniscenza, bontà) è avvenuta gradualmente la legalizzazione di questa idea anche nella filosofia e nella scienza. L'idea dell'infinito reale nella scienza contemporanea è quindi un’inoculazione cristiana, a suo modo è un’icona scientifica del divino[22]. La macchina, per quanto possa essere perfetta, non potrà mai né "digerire" né partorire questa idea. Ciò significa che l'idea d’infinito, di coscienza, di libertà, di arte e creatività, non sono accessibili alla tecnologia informatica. Per questo cyborg ed esseri post-umani costruiti sulla base delle moderne tecnologie scientifiche saranno sempre inferiori all'uomo sul piano delle superiori facoltà spirituali (arti, coscienza etica e morale, concezione della bellezza[23], della fede, della speranza, dell'amore, ecc.); e per questo l'"evoluzione" propagandata dai transumanisti dell'uomo in postumani-cyborg, o, per meglio dire, la sostituzione dell'uomo con postumani-cyborg, sarà sempre non uno sviluppo ma una degenerazione dell'uomo, una perdita di quei suoi doni divini impossibili da emulare nell’ambito della tecnologia informatica. 

L'odierna civiltà pone dinnanzi all'umanità questioni molto serie che concernono la comprensione della natura stessa l'uomo. Il problema antropologico sta diventando il più attuale dei problemi. A seconda di come pensiamo l'uomo, di quale contenuto riponiamo in questa parola, noi educheremo, faremo evolvere, cureremo l'uomo e insieme ad esso tutta la società. Grazie alle moderne tecnologie l'evoluzione dell'uomo può andare molto lontano.. Occorre però capire chiaramente che stando alla visione-comprensione puramente umanistica e non religiosa delle cose non ci sono e non ci possono essere confini lungo la strada della sperimentazione tecnologica e della progettazione utopistica dell'uomo e della società. E in questo caso la sperimentazione inevitabilmente genererà una lunga serie di mostruosità e tragedie. Proprio in questa direzione oggi sorgono e si muovono le correnti legate alle mutazioni di genere, alla clonazione e persino all'antropofagia. Tutto ciò può condurre alla catastrofe totale, all'autodistruzione dell'umanità... Solo se la nostra scienza sarà correlata alla conoscenza concessaci in confidenza da Dio medesimo, a quella comprensione dell'uomo che l'umanità per secoli ha custodito nella tradizione biblica, soltanto allora potremo far fronte ai "goblin" creati dalla scienza moderna. 

Il pathos, il messaggio di questo articolo non sta nel rifiutare le tecnologie informatiche né in un nuovo luddismo. Anche se volessimo rifiutarle, sarebbe oggi impossibile farlo solo perché così ci garba. La tecnologia dell'informazione governa molti ambiti della nostra civiltà e il suo rigetto porterebbe immediatamente a conseguenze tragiche. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda l'odierna tecnologia militare e i metodi di controllo di essa. Ciononostante, occorre approcciarsi con sobrietà alle tecnologie informatiche e non fare di queste un mezzo universale per la risoluzione di tutti i problemi, non farne un idolo per noi stessi. La tecnologia dell'informazione nell'essenza è solo un mezzo, un aiuto all'attività dell'uomo, per sua stessa origine e configurazione non può prevalere sulla natura dell'uomo, per quanto possano essere grandi le sue capacità tecniche. Ma di nuovo: è possibile arrestare il virus della potenziale idolatria utopica della macchina totale soltanto sul terreno di una sobria antropologia religiosa. 

Traduzione di Lorenzo Baratti per http://archiviovirtualepubblicomf.blogspot.com/ 



[1] Questo il nome ufficiale: // Russia 2045: sito web. URL: http: // 2045.ru (data 20.06.2014) 
[2] Manifesto del movimento strategico "Russia - 2045" // Russia 2045: Internet sito web. URL: http://2045.ru/manifest/ (data 20.06.2014) 
[3] Humanity +: sito web. URL: http: // humanplus.org (data 20/06/2014). In Russia c'è un'altra organizzazione di questo tipo, il Movimento Transumanista Russo (sito web: URL: http://transhumanism-russia.ru (data di accesso 06/20/2014)), guidato da figure scientifiche piuttosto dubbie e impegnato principalmente nella crionica. 
[4] Bart R. Strutturalismo come attività / Roland Barthes // Library Gumer – scienze umanistiche: sito web. URL: http: //www.gumer.info/bibliotek_Buks/Culture/Bart/_02.php (data 15/07/2014). 
[5] Deleuze J. Sulla morte dell'uomo e del superuomo // Gilles Deleuze // Library Gumer - Scienze umanistiche: sito web http://www.gumer.info/bogoslov_Buks/Philos/Delez/sm_chel.php 
[6] Foucault M. Parole e cose. Archeologia delle scienze umane. N.S. Avtonomova M., 1977.S 487 
[7] A. Weil, uno dei fondatori del movimento di pensiero matematico chiamato "Bourbakismo" che intende la matematica come studio di strutture matematiche, conosceva personalmente K. Levi-Strauss e scrisse persino un'allegato di matematica a uno dei libri di quest'ultimo. 
[8] Qui è facile vedere un'analogia con i "progetti" di G. Cantor volti a presentare la teoria degli insiemi con il linguaggio fondamentale della scienza in generale. Vedasi il mio libro: V.N. Katasonov. Lotta con l'infinito. Aspetti filosofici e religiosi della genesi della teoria degli insiemi di G. Cantor., 1999 [9] Il regno dell'uomo (lat.). Così, per analogia con il Regno di Dio, F. Bacone chiamò il suo progetto di padronanza della natura sulla base di una nuova scienza. Vedi il libro: Saprykin D.L. Regnum hominis. Il progetto imperiale di F. Bacon. M., 2001. 
[10] Gli scienziati sovietici degli anni '20, ispirati dalla nuova ideologia, ci provarono artificialmente a far emergere una nuova natura dell'uomo sovietico, usando sia metodi eugenetici che incrociando l'uomo con l'animale. 
[11] Si veda in particolare il mio libro: Katasonov V.N. Matematica metafisica del XVII secolo. M., 1993 (2010). Ch.I. 
[12] Umanità+: sito web. URL: //http://humanityplus.org/philosophy/philosophy-2/ (data 21.06.2014) [13] Manifesto del movimento pubblico strategico "Russia 2045" // Russia 2045: sito web. URL: http://2045.ru/manifest/ (data 20.06.2014) 11/08/2014 Una nuova utopia evolutiva: il transumanesimo : Portal Bogoslov.Ru http://www.bogoslov.ru/text/print/4273940.html 11/12 
[14] Kutyrev VA Filosofia del transumanesimo. Nizhny Novgorod. 2010. P.82. 
[15] Manifesto del movimento pubblico strategico "Russia 2045" // Russia 2045: sito web. URL: http://2045.ru/manifest/ (data 20.06.2014) 
[16] Manifesto del movimento sociale strategico "Russia - 2045" // Russia 2045: sito web. URL: http://2045.ru/manifest/ (data 20.06.2014). La goffaggine dell'espressione in corsivo non è casuale. È collegato alla vertiginosa complessità del problema che si promette di risolvere, ed è persino difficile formularlo ... Vedi al riguardo sotto. 
[17] Manifesto del movimento pubblico strategico "Russia - 2045" // Russia 2045: sito web. URL: http://2045.ru/manifest (consultato il 20.06.2014) 
[18] La debolezza della posizione di V.A. Kutyrev è collegata a questo. Nel suo libro "La filosofia del transumanesimo" si possono trovare anche le parole Dio, Cristianesimo, Bontà, Logos, Cristo, oltre a Buddha e Allah, ma è ovvio che è un non-credente, nel senso che per lui questi nomi sono solo segni culturali e storici. Dio, che è entrato nella storia e vi agisce, non è ancora diventato per lui un termine della sua filosofia. 
[19] Avatar: fasi chiave del progetto // Russia 2045: sito web. URL: http:// 2045.ru (data 20.06.2014) [20] Sebbene la modellazione del lavoro degli organi umani, come il piede umano, incontri serie difficoltà, e per gli automi in movimento, devono essere applicate soluzioni più semplici e più compromesse. 
[21] Vedi il mio articolo: Katasonov V.N. Informazione e realtà // Scienza, filosofia, religione. L'uomo che affronta la sfida delle ultime tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Sab. materiali del XVI convegno “Scienza. Filosofia. Religione". M., 2014. 
[22] Vedi il mio articolo su questo: L'idea dell'infinito reale come "icona scientifica del Divino" // Katasonov V.N. Cristianesimo. Cultura. La scienza. M., 2012. 
[23] Tutto ciò è compreso con l'aiuto della raison de finesse (mente sottile), come la chiamava B. Pascal (Pascal B. Oeuvres completes. Paris, 1963. P. 576). Filosofia, Teologia apologetica (di base), Religione e pace, Studi religiosi