In una scena politica italiana costituita da personaggi sempre più mediocri ed inetti, Giulio Tremonti stona per il contegno e per la preparazione tecnica e culturale, nonché per la franchezza e la profondità con la quale suole descrivere gli eventi politici ed economici nazionali ed internazionali andando ben oltre le usuali descrizioni dominanti sulle testate giornalistiche e nei salotti televisivi.
Caratteristica confermata in una recente intervista rilasciata per il Quotidiano Nazionale (1) dove l’ex ministro dell’economia del governo Berlusconi ha tracciato la prospettiva geopolitica dell’Europa e il bivio di fronte al quale sta velocemente indirizzandosi il nostro continente.
Secondo Tremonti la ritrovata forza della Germania sarà un fattore di sempre maggiore e crescente tensione sulla stabilità delle istituzioni europee. In particolare «più la Germania sarà forte, più crescerà il rischio del suo asse con la Russia. Versione moderna dell’antica maledizione delle ‘potenze di terra’». Ecco allora che la vena atlantica del professore, non per niente presidente dell’Aspen Institute Italia – istituto che inizia la propria attività “nel 1984 con una forte caratterizzazione transatlantica, oggi ancora ugualmente molto presente” (2) – emerge prepotente, e di fronte alla possibilità che la maggiore nazione d’Europa possa saldarsi con la Russia creando un asse russo-tedesco capace di rivoluzionare gli asseti di potere euro-atlantici attualmente imperanti a Bruxelles, lo scenario alternativo da prediligere per il professore è quello di una maggiore integrazione tra un’Europa, in cui la Germania è stata “sciolta” nelle amorfe istituzioni di Bruxelles, e i paesi del Nord Atlantico: “scommetto” afferma il professore “su uno scenario alternativo. Lo scenario dell’accordo tra Europa e paesi del nord Atlantico”. E l’accordo di cui parla il professore è molto probabilmente l’accordo di libero scambio conosciuto come Tafta/ TTIP, un accordo contrario agli interessi dei popoli europei e che rappresenta il colpo mortale alle moribonda sovranità delle già ampiamente atlantizzate istituzioni dell’Unione Europea (3).
Per Tremonti quindi il problema in Europa (e in Italia) non sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, le lobby bancarie di Wall Strett e della City che stanno dietro a Mr.Draghi e all’euro, il problema non è la subalternità dei paesi e delle istituzioni della UE a queste variegate forze “atlantiche” fondamentalmente antieuropee e che si mascherano dietro l’euroatlantismo; no, il problema per Tremonti è la forza della Germania e la pericolosa deriva di una sua sempre più stretta alleanza con la Russia.
Quanto meno il professore, con questa intervista, ha il merito di evidenziare il ruolo destabilizzante della rinnovata forza tedesca per tutti gli assetti di potere atlantici e conferma una volta di più, se ancora ce ne fosse bisogno, che è dalla Germania che provengono, seppur timidamente e tra mille contraddizioni (come la recente partecipazione alla sovversione in Ucraina con l’appoggio del “cavallo perdente” Klitschko), le spinte più serie ad una politica di affrancamento della nazione tedesca e della UE dalla presa atlantica.
Che siano le forze politiche tradizionalmente legate all’Ostpolitik dell’SPD (solo per fare un esempio sia Schroeder che Helmut Schmidt hanno criticato la gestione della crisi ucraina spendendo parole concilianti per Putin), che siano le forze della Confindustria tedesca vicine alla CDU interessate a non perdere i vasti mercati russi (4) – il panorama politico-economico tedesco è attualmente e se pur, ripetiamo, tra mille contraddizioni, l’unico in Europa capace di esprimere e di dare concretezza a delle direttive in grado di traghettare non solo il proprio paese, ma anche le altre nazioni europee, fuori dai pantani dell’euroatlantismo; solo per fare un esempio, recentemente è stata proprio Angela Merkel, l’unica tra i leader della UE, a lanciare l’idea di un network europeo indipendente dagli USA (5).
Nell’indicare il nemico nella Germania e nell’auspicare un’ancora più forte presa dell’atlantismo sulla nostra nazione e sul nostro continente, Tremonti è in buona compagnia; quanti sono i “sovranisti” di casa nostra che attaccano a testa bassa la Germania facendo – ormai è chiaro – il gioco degli atlantici e nello stesso tempo non spendendo una parola su chi ci occupa con più di 100 basi militari? Tanti, purtroppo.
L’epoca in cui viviamo richiede invece che il nemico principale della nostra nazione e del nostro continente – di quell’Europa da Lisbona a Vladivostok incubo delle potenze atlantiche e più volte rilanciata da Vladimir Putin, partner delle altre “potenze di terra” eurasiatiche – sia indicato con chiarezza e rimanga sempre il faro delle nostre analisi per smascherare gli intellettuali “sovranisti” della NATO, le finte opposizioni del “sistema nordatlantico” e gli “utili idioti”.

Michele Franceschelli
4.(ANSA) – BERLINO, 18 APR – In Germania il consiglio economico della Cdu di Angela Merkel ha criticato duramente l’atteggiamento dell’Ue nella crisi ucraina, parlando di gravi errori commessi verso Mosca. “Si sarebbe dovuto parlare con la Russia”, ha recriminato il presidente del consiglio Kurt Lauk.”La politica russa è stata negli ultimi 25 anni molto chiara sull’espansione di Ue e Nato”, ha spiegato Lauk: “Mosca ha detto sì persino ai Baltici. Però ha anche aggiunto: non oltre. E in Ucraina ciò è stato ignorato”. Ansa
5.«Parleremo con la Francia – ha detto Angela Merkel – su come mantenere un alto livello di protezione. Le mail e gli altri dati dei cittadini europei non devono attraversare l’Atlantico. Sarebbe meglio costruire un network europeo”. Corriere della Sera

Articolo originariamente pubblicato sul giornale on-line 'Stato e Potenza'