sabato 25 ottobre 2014

Forum Valdai: Putin per la Grande-Europa “dall’Atlantico al Pacifico”





25 ottobre 2014

Putin chiede uno spazio economico “dall’Atlantico al Pacifico” ha titolato ieri sera la “Ria Novosti”.







Vladimir Putin durante l’intervento di ieri al Forum Valdai

UN CONCETTO GEOPOLITICO: LA “GRANDE-EUROPA”
Ritorniamo ad un concetto geopolitico creato da Jean Thiriart, il fondatore della nostra organizzazione transnazionale nel 1964 – proprio 50 anni fa- con un libro fondatore “L’Europa. Un impero di 400 milioni di uomini”, dove Thiriart aveva già fissato i confini della sua “Grande-Europa” da Reykjavik a Vladivostok (1). Idee avanguardistiche di un grande precursore.
Poi, con la sottomissione sempre più stretta di quella che era allora la CEE, attraverso la NATO, all’imperialismo americano, sarebbe arrivato il momento di prendere in considerazione l’unificazione del nostro Continente da Est a Ovest: da Vladivostok all’Atlantico. Era il 1983 (30 anni fa), era il tempo della Scuola Geopolitica Euro-Sovietica, sempre con Thiriart, con lo spagnolo Cuadrado Costa (scomparso prematuramente nel 1988) e me stesso. Noi parlavamo di “Impero euro-sovietico”. Nel 1986, la mia rivista Coscienza Europea ha pubblicato un numero speciale sulla “Geopolitica dei grandi spazi”, dove abbiamo ritirato nuovamente fuori, per la prima volta dagli anni ’30, alcuni concetti ideologici sepolti: Eurasiatismo, Eurasia, Nazionalbolscevismo russo.
Nel 1983 come nel 1964, eravamo soli, isolati, incompresi. Ci sarebbero voluti trent’anni di lotta politica e ideologica perché il nostro PCN potesse affermare le sue idee, spesso venendo copiate…
Precisiamo che questa “Eurasia”, ristrutturata, riformulata in un senso di contrapposizione USA/Grande-Europa e non più Occidente-Oriente come la intendevano gli eurasiatisti del 1920-1930, è ovviamente lo stesso concetto geopolitico, con lo stesso contenuto, della “Grande-Europa”. E che le figure dell’Eurasiatismo russo, come Zyuganov a sinistra o Dugin a destra, si sono direttamente ispirati alle nostre teorie degli anni ’80.

PUTIN SPINGE PER UNO “SPAZIO ECONOMICO DALL’ATLANTICO AL PACIFICO” 
Riecco il concetto centrale dell’ “Impero euro-sovietico” che risorge attraverso la voce di Putin: fusione UE – Russia, cominciando con l’economia (seguendo le teorie del grande Friedrich List).
Cosa ha detto Putin?
“L’Unione Europea e l’Unione economica eurasiatica (UEEA) dovrebbero condurre un dialogo per la creazione di uno spazio economico unico che si estenda dall’Atlantico al Pacifico”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin a Sochi venerdì, durante la sessione plenaria finale della 11a riunione del Valdai Club.
“Saremmo lieti di vedere l’inizio di un dialogo sostanziale tra l’Unione Eurasiatica e l’Unione Europea, che si è sempre rifiutato. E io non capisco perché, dov’è il problema?”, ha detto Putin.
“Crediamo che bisogna discutere della creazione di un unico spazio di cooperazione economico e culturale, che si estenda dall’Atlantico al Pacifico. Ne ho parlato più volte e molti dei nostri partner occidentali, soprattutto in Europa, sostengono questa idea”, ha detto il presidente russo. Ma qui era prima della crisi in Ucraina, organizzata e strumentalizzata dagli Stati Uniti per opporre Bruxelles e Mosca (2).


LA “SECONDA EUROPA» CHE MOSCA COSTRUISCE AD EST
L’Unione economica eurasiatica (UEEA) riunirà a partire dal 1° gennaio 2015 la Bielorussia, la Russia e il Kazakistan, che già hanno un territorio doganale comune (Unione doganale). La sua attuazione comporterà la creazione di un grande mercato comune di 170 milioni di abitanti all’interno dello spazio della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). Vi si aggiungerà, nel 2015, l’Armenia. Questa è una Seconda-Europa che sorge ad Est in concorrenza con quella in crisi di Bruxelles. Concetto che ho definito nel 2006, all’inizio del processo di unificazione avviato da Putin.
Una Seconda-Europa, che attira numerose ex repubbliche sovietiche.
La Russia ha infatti istituito un processo aggregatore simile a quello della UE, con delle unioni intorno ad organizzazioni transnazionali che si costituiscono intorno a Mosca: la Comunità Economica Eurasiatica (CEEA: Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Russia e Tajikistan), Organizzazione del trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO della Comunità degli Stati Indipendenti, un tipo di alleanza militare simile all’Organizzazione del Trattato di Varsavia), la Shanghai Cooperation Organization (SCO: Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Cina, Tagikistan e Uzbekistan. Il Pakistan, l’Iran, l’India e la Mongolia hanno lo status di osservatore, la Cina e la Russia vi giocano i ruoli chiave), lo Spazio economico unificato (EEI: Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan).






# NOTE E RIFERIMENTI: 
(1) Nel suo libro profetico intitolato “L’Europa. Un impero di 400 milioni di uomini” Thiriart, in cui vediamo il “Marx” della rivoluzione europea, ha definito le condizioni di liberazione e unificazione della Nazione-Europa e ha enunciato le condizioni del suo potere: una dimensione minima di 400 milioni di europei, una moneta unica, un esercito integrato indipendente dalla NATO, delle frontiere geopolitiche che includano il Mediterraneo e l’Europa orientale, un esecutivo transnazionale. Il tutto implicando l’espulsione degli Stati Uniti dall’Europa.
Il pensiero di Jean Thiriart, che è uno dei pensatori più importanti della geopolitica del XX secolo, è totalmente occultato, soffocato in Europa occidentale e in particolare nella zona francofona. Mentre molte delle sue idee sono state ampiamente plagiate o seguite, anche al più alto livello. Ma in Russia, è un teorico riconosciuto, le cui tesi sono uno degli elementi salienti del nuovo pensiero “eurasiatico”, che ispira anche una parte dell’entourage di Putin (e che talvolta è perciò tacciato di “nazional-bolscevismo”). E il Manuale di Geopolitica dei giovani ufficiali russi dedica a Thiriart delle pagine elogiative.
Potente visionario, Thiriart, che è il primo teorico del nostro “Comunitarismo Europeo”, ha dato alla nostra organizzazione transnazionale, e in particolare al PCN, che incarna il suo pensiero politico dal 1984, una ideologia d’avanguardia. Abbiamo spesso avuto ragione ben prima degli altri. E le nostre tesi incarnano il futuro e la modernità.
Così, tra il 1962 e la metà degli anni ’80, abbiamo fissato alcuni decenni in anticipo tutti i temi che sono ora la questione dell’integrazione europea:
– L’Europa come mito fondatore
– L’integrazione dell’Europa orientale e della Russia
– Così come quella della Turchia – di cui Thiriart faceva una delle sue idee chiave – e il Nord Africa
– Il Dialogo euro-mediterraneo – sostenuto nei primi anni ’60 –
– La creazione dell’esercito dell’Europa fuori dalla NATO
– La questione della cittadinanza europea allargata
– Il dibattito sull’Europa come nazione e superpotenza
– La creazione di una coscienza europea,
e molte altre teorie che sono oggi d’attualità.
(…)

Traduzione di Michele Franceschelli

Articolo originariamente pubblicato sul giornale on-line 'Stato e Potenza'