Red Ronnie, nome d’arte di Gabriele Ansaloni, è un conduttore televisivo italiano conosciuto soprattutto per la sua trasmissione di successo Roxy Bar andata in onda in Italia dal 1992 al 2001 con cui ha fatto conoscere al grande pubblico le tendenze musicali, i gruppi giovanili italiani e stranieri del momento e le correnti musicali anticonformiste. Un personaggio fin dalla gioventù fuori dalle righe, “anarchico” e libero pensatore, che proprio per questo si scontra oggi più che mai facilmente con le idee e i cliché dominati ed imperanti. E’ significativa in proposito un’intervista rilasciata da Red Ronnie un po’ di tempo fa, ma ancora attuale per le considerazioni che se ne possono trarre, ad Andrea Scanzi durante una puntata della trasmissione televisiva #Reputescion a lui dedicata e che ha avuto soprattutto un taglio socio-politico (http://video.la3tv.it/reputescion-2-stagione/video/red-ronnie-ospite-da-andrea-scanzi-a-reputescion).
E’ emerso nell’intervista, come già accennato, il carattere anticonformista, schietto, franco e senza peli sulla lingua di Red Ronnie, che si definisce “anarchico” e che non accetta di considerare buone o sbagliate le sue idee a seconda che queste piacciano o meno alla maggioranza degli italiani, così come è sprezzante della tirannia e della logica del consenso che oggi piega e sottomette la qualità di un programma o di uno spettacolo televisivo a seconda dell’audience, diminuendo drasticamente la qualità dei contenuti verso una sempre maggiore volgarizzazione e scadimento. Ovviamente questo vale anche per i programmi musicali, “Sanremo” in primis, dove personaggi e pseudo-vip che nulla hanno a che fare con la musica vengono chiamati ad intrattenere il pubblico solo per avere dei picchi di ascolto snaturando e degradando il senso della competizione musicale.
Ed è ovviamente la musica il tema più importante per Red Ronnie, conscio dell’importanza e della forza della musica italiana, oggi abbandonata e bistrattata dal ceto politico nazionale e perciò in forte declino. Soprattutto alla fine degli anni novanta e dopo la scomparsa di Bettino Craxi, che Red Ronnie definisce un politico che aveva difeso la sovranità nazionale e che proprio per questo pagò con l’esilio, si assiste a un progressivo smantellamento ed abbandono degli strumenti fondamentali atti alla promozione, alla diffusione e alla crescita della musica italiana, assistendo ad una vera e propria colonizzazione nel comparto musicale italiano nella più totale indifferenza del ceto politico nazionale: nel giro di pochi anni le case disografiche italiane più grandi e storiche come la Fonit Cetra e Dischi Ricordi vengono rispettivamente (s)vendute agli americani della Warner Music e ai “tedeschi” della Bertelsmann Music Group (BMG), “tedeschi” tra virgolette perché fin dal dopo-guerra la Bertelsmann e la sua Fondazione sono state sempre atlantiste dichiarate e oggi tra i principali sponsor in Germania del famigerato TTIP, e sempre alla fine degli anni ’90 viene (s)venduta e distrutta Videomusic, la prima e storica emittente televisiva musicale d’Italia e d’Europa, agli statunitensi di MTV, completando il cerchio della colonizzazione musicale. Non a caso uno dei primi atti della nuova gestione di MTV fu la chiusura, all’inizio del 2000, della trasmissione Roxy Bar condotta dallo stesso Red Ronnie. E sarebbe sicuramente da approfondire a parte il ruolo giocato da MTV nella diseducazione della gioventù italiana a partire dal 2001 e come veicolo di propaganda statunitense insieme all’immenso potere delle case discografiche prima ricordate nel decidere quali artisti e gruppi italiani promuovere o tenere fuori dal successo.
In questo stato di colonizzazione musicale Red Ronnie ha cercato e cerca di resistere difendendo la musica italiana, la sua forza vitale e le sue enormi potenzialità con i suoi giovani e i suoi gruppi emergenti. E’ a loro che Red Ronnie ha sempre pensato per esempio nella costruzione dei suoi eventi milanesi di LiveMi, iniziati con la collaborazione della giunta Moratti, manifestazioni pensate per rilanciare la musica emergente italiana e clamorosamente boicottati dalla nuova amministrazione di Pisapia, interessata a far pagare a Red Ronnie la sua collaborazione con il sindaco di centro-destra; queste sono anche le meschinità e le piccolezze dell’attuale politica e della “sinistra” che Red Ronnie attacca spesso insieme con il suo perbenismo e il suo political-correct.
Ancora nel 2011, Red Ronnie è ritornato a trasmettere sulla web-tv la sua Roxy Bar TV, un nuovo punto d’incontro d’informazione musicale italiana e straniera, ma libera e anticonformista.
Insomma, nel triste panorama della musica italiana – che pur continua tra mille difficoltà a sfornare talenti – e della sua colonizzazione, Red Ronnie presenta un punto e una zona di resistenza.
Bisogna ricordare infatti che la lotta di liberazione nazionale dall’occupante statunitense (più di 110 basi militari USA e più di 20.000 soldati a stelle e strisce sul nostro territorio) passa anche per una lotta di difesa e affermazione della nostra musica, della nostra bellissima musica italiana e delle sue enormi potenzialità, dei suoi bravissimi giovani cantanti e dei suoi gruppi musicali, riconoscendone il suo immenso valore educativo, mitico e di soft power, quello che i nostri occupanti statunitensi hanno capito benissimo da un pezzo (1)….

Michele Franceschelli

(1) Stesso discorso vale per il cinema. Cfr. per esempio: George Clooney: un “Divo di Stato” per la colonizzazione dell’Italia

Articolo originariamente pubblicato sul giornale on-line 'Stato e Potenza'