Il vice primo ministro Dmitry Rogozin, in un recente articolo sulle prospettive della ricerca e dello sviluppo dell’industria e dei programmi spaziali russi, pubblicato ad aprile sulla Rossijskaja Gazeta, ha scritto: “Il nostro paese è stato destinato a diventare una grande potenza cosmica fin dall’inizio della sua fondazione statale. Ciò è stato predeterminato dal carattere nazionale del popolo russo, abituato a pensare in categorie globali e pronto a sacrificare la quotidianità per un’idea. “Cosmo russo” non sta a significare solo l’importanza globale della ricerca e dell’industria spaziale del nostro paese. Ma rimanda all’identità russa ed è un sinonimo del mondo russo. Quindi la Russia non può vivere senza l’universo, non può mitigare i suoi sogni di conquista dell’Ignoto che così seduce la sua anima“. (1)
Le parole di Rogozin trovano conferma nella storia spaziale della Russia (2) che, da Tsiolkovsky (3) a Gagarin, ha scritto alcuni dei capitoli più importanti ed emozionanti dell’appena avviata Odissea Cosmicaumana. Ma la Russia non vuole e non può vivere sugli allori, vuole invece continuare a vergare di proprio pugno i capitoli successivi di questa straordinaria avventura di esplorazione dell’universo e conquista dell’Ignoto che così la seducono e che unisce tutta l’umanità, ora più che mai, in un destino comune (un messaggio di fratellanza cosmica presente anche alla cerimonia di apertura di Sochi). Per fare questo vengono attuati non solo grandi investimenti per le agenzie spaziali nazionali e per i centri di ricerca (da Roscosmos all’Accademia Russa delle Scienze), ma si presta soprattutto grande cura a nutrire continuamente l’anima cosmica del popolo, alimentando l’interesse e la buona attitudine per la scienza e la tecnica, insieme alla meraviglia e al richiamo per quello che ci attende là fuori, nell’Ignoto degli sterminati Oceani stellari.
All’interno di questo clima culturale s’inserisce perfettamente la mostra interattiva intitolata “Voglio essere un cosmonauta!”, ospitata al Planetario di Mosca e aperta al pubblico fino al 31 ottobre 2014 (4); realizzata in collaborazione con il “Centro di Formazione dei Cosmonauti Yuri Gagarin” in occasione dell’85° anniversario del Planetario, la mostra si propone di rilanciare l’interesse dei giovani e dei bambini (ma anche degli adulti) alla meravigliosa professione dell’astronauta, potendosi osservare e sperimentare in prima persona tutte le fasi di un volo orbitale.
I visitatori devono passare attraverso sette tappe in questo viaggio nello spazio. In primo luogo, devono compilare la domanda di ammissione a cosmonauta, quindi eseguire un test per determinare il loro livello di forma fisica ed intellettuale. Per entrare in orbita infine, hanno bisogno di provare e prendere dimestichezza con quelle moderne attrezzature speciali senza le quali sarebbe impossibile andare nello spazio. Tra queste c’è la tuta spaziale “Sokol”, usata dai cosmonauti nei casi di depressurizzazione della cabina e la tuta spaziale “Orlan”, di circa 110 Kg di peso, che dispone di tutti i sistemi di supporto alla vita ed è progettata per le passeggiate spaziali; una speciale scatola con guanti spaziali permette, infine, di verificare in prima persona quanto sia difficile svolgere un lavoro nello spazio.
Durante la simulazione di volo, gli ospiti possono guardare fuori dalla finestra per vedere la riproduzione di uno spettacolo incredibile, la vista del pianeta Terra dallo spazio. Collocata nella sezione “La Terra attraverso gli oblò”, è una delle parti più spettacolari della mostra. Gli astronauti di ritorno dalle missioni hanno raccontato che la visione della Terra dallo spazio, nella sua straordinarietà, trasmette delle sensazioni uniche ed indelebili in grado di cambiare la visione della vita; i visitatori potranno quindi in parte riprovare quelle emozioni, e pensare al futuro dell’amata Terra, della loro “Culla”, come direbbe il cosmista Tsiolkovsky.
Gli ospiti possono, tra le altre cose, anche collegarsi con la Stazione Spaziale Internazionale, vedere il cibo che si usa nello spazio, eseguire un rendezvous e fare una passeggiata sulla superficie lunare.
Il cosmonauta sovietico Vladimir Dzhanibekov, che ha compiuto cinque voli e due passeggiate nello spazio, ha partecipato all’inaugurazione della mostra e nell’occasione ha detto: “I bambini e gli adulti sono stati portati qui da una domanda: che cosa c’è oltre la settima sfera dell’universo? (…) Auguro a tutti coloro che visiteranno questa mostra, di trovare la propria strada per le stelle e di fare la propria scoperta. Oggi riceviamo dalle lontane profondità dello spazio tali notizie che, probabilmente, molti dei nostri pensieri in fisica e astronomia dovranno essere cambiati al più presto”.
Ulteriori informazioni sulla mostra, sugli orari, i costi della visita e sulle attività didattiche organizzate, sono disponibili sul sito del Planetario di Mosca.


Michele Franceschelli



Note:
1. Dmitry Rogozin, “Русский космос”, 11/04/2014
2. L’eroica storia dell’esplorazioni spaziali russe/sovietiche è raccolta e testimoniata nel Museo dei Cosmonauti a Mosca, ubicato alla base del glorioso Monumento ai conquistatori dello spazio

Articolo originariamente pubblicato sul giornale on-line 'Stato e Potenza'